Abolizione bollo auto, cosa c’è di vero?
Mossa elettorale o realtà? É possibile abolire il bollo auto? Sono sempre più insistenti le voci secondo cui il premier Matteo Renzi starebbe valutando l’abolizione del bollo auto, una delle tasse più invise agli Italiani, vediamo cosa c’è di vero e analizziamone la fattibilità come misura.
Sul cosa c’è di vero è facile rispondere, poco o niente. Nessun proclama ufficiale, nessun minimo accenno all’argomento, solo voci di corridoio che vedono il premier alle prese con questa sua idea e voci che montano dal popolo di internet, sulla cui rispondenza a realtà sorgono molti dubbi.
Numerosi sono i blog nei quali viene paventata addirittura una ipotetica illegalità del bollo auto, con da una parte l’unione europea che intima l’Italia di abolire questo balzello, a dir loro, non più presente in nessuno stato, e dall’altra i nostri politici che pur di non rinunciare ai quasi 7 miliardi di € annuali, si tale è l’entità del gettito erariale indotto dal bollo auto, sono disposti a pagare le pesanti sanzioni comunitarie.
La non rispondenza a realtà di tali voci è facilmente rintracciabile andando a vedere cosa succede in Europa, nei quattro maggiori stati insieme all’Italia.
In Germania il bollo esiste eccome, e non è neanche tanto diverso dalla tassa presente in Italia, arrivando a costare per i cittadini tedeschi mediamente 80€ meno rispetto ai nostri connazionali. In Gran Bretagna e Spagna la tassa è presente, ed è mediamente simile per entità a quella Italiana. Infine in Francia il bollo auto va mano diminuendo con la vetustà del veicolo, fino a scomparire al compimento del decimo anno di vita.
Di conseguenza è vero che in Italia è più alta la tassa automobilistica, ma non si venga a dire che non è presente in nessun’altro stato dell’unione europea, fare una cosa del genere significherebbe fare volutamente disinformazione al fine, doloso, di far montare il malumore popolare.
Seguono poi le voci secondo cui il bollo auto sarebbe una tassa non equa e quindi illegale. Nello specifico le ragioni che stanno alla base di tali affermazioni non sono del tutto campate in aria, infatti il bollo auto cosi come esistente nel nostro paese non colpisce il reale valore del veicolo, non colpisce il reale utilizzo del veicolo ed infine colpisce solo per una parte più che marginale il reale inquinamento prodotto dal veicolo. Queste voci vorrebbero sostituire il bollo auto con un aumento del costo del carburante in modo tale da ottenere cosi una tassa più vicina alla realtà sulla quale deve intervenire.
Altre voci spingono verso l’illegalità del bollo auto per l’essenza stessa della tassa. Ricordiamo infatti che il bollo auto è una tassa introdotta con Decreto del Presidente della Repubblica n° 39 del 1953 stante la necessità dello stato Italiano di introitare parte del denaro necessario alla costruzione delle autostrade e delle strade statali. La norma rimase invariata fino al 1982 quando venne trasformata in tassa sulla proprietà del veicolo, ed in base alla quale la tassa era dovuta anche per i mezzi non circolanti. Nel 1999 infine le competenze alla riscossione sono state delegate alle regioni. Appare quindi chiaro che la ratio della tassa automobilistica è passata dalla necessità di costruire nuove reti stradali a quello di “mantenere” per un buon 65% la regione di residenza.
Rimane infine lo scoglio forse insormontabile per l’abolizione del bollo auto, ovvero il fatto che esso rappresenta il 65% dell’introito totale delle Regioni ed in quanto tale non può essere eliminato se non studiando una copertura, formata sia di tagli che di nuove tasse, per il buco che si verrebbe così a creare sui conti regionali. I vari Presidenti di Regione sono detti scettici verso una possibile abolizione del bollo auto, e che senso avrebbe abolire una tassa per crearne una forse meno antipatica agli Italiani, ma che alla fine farebbe uscire dalle loro tasche lo stesso denaro?
Dell’abolizione del bollo auto se ne parla ormai da più di un anno, da quando Matteo Renzi è diventato premier, ma se andiamo ad analizzare l’operato del premier stesso vediamo che va in direzione contraria rispetto un’ipotetica abolizione del bollo auto, tanto da reintrodurre a decorrere dal Gennaio 2015 la tassa automobilistica per i veicoli di interesse storico e collezionistico tra il ventesimo ed il trentesimo anno di vita.
Per il momento il nostro consiglio è quello di non dare peso alle voci che circolano così da non ingenerare un malumore per una mancata abolizione che più che mancata è una abolizione forse mai neanche pensata. Oggi il bollo auto, per quanto possa essere antipatico, è una tassa come le altre, va pagata in quanto tale e se non si paga per tempo si è costretti a dover corrispondere sanzioni in aggiunta alla tassa che arrivano velocemente anche al 30% della tassa stessa.
Visita la sezione del sito dedicata al bollo auto o l’approfondimento dedicato al bollo delle auto storiche.